Un sentito e doveroso omaggio ad un attore che, scomparso nel giugno del 2000, ha lasciato un segno indelebile nel cinema e nel teatro italiano spaziando dal dramma alla commedia, da Shakespeare a Brancaleone, passando da film come Riso Amaro a La Famiglia.
Scritto e diretto dal giornalista e regista Fabrizio Corallo, il documentario racconta la nascita della carriera artistica di Gassman, come scelta impostagli dalla madre di iscriversi all’Accademia d' Arte Drammatica pensando che la recitazione lo avrebbe guarito dalla timidezza. Ma il docu-film ha poi il grande merito di evitare di girare una semplice biografia, per seguirne passo dopo passo la carriera concentrandosi soprattutto sul passaggio cruciale dal 1958 in poi, anno nel quale, grazie a “I soliti ignoti”, Monicelli è il primo regista che dal teatro serio, riesce a trascinarlo nella commedia, scoprendo come sotto l’apparente spavalderia, l’uomo Gassman nascondesse insicurezze e fragilità.
Inizia allora il suo felice percorso nel filone degli anni ‘60 del genere definito “commedia all’italiana”, valorizzando la vocazione brillante in cui esplode la sua straordinaria capacità di caratterizzare i personaggi. Dopo “I soliti ignoti” di Monicelli, “ L’Audace colpo dei soliti ignoti” di Loy, “ La grande guerra”, “L’Armata Brancaleone” sempre con Monicelli, “Il Sorpasso” e “ I Mostri” di Dino Risi
Agli spezzoni dei film, nel documentario si alternano contributi di colleghi e amici quali Stefania Sandrelli, Gigi Proietti, Jean-Louis Trintignant, Giancarlo Giannini e tanti altri. Interviste da cui emerge l'ammirazione, nel ricordo di colui che, riconosciuto come il ‘Mattatore’ per antonomasia, hanno tutte il comune denominatore di sottolineare soprattutto il concetto di ‘irripetibilità’ di una figura così omnicomprensiva come la sua, in grado di spaziare dal teatro, al cinema, dalla televisione, alla scrittura e addirittura al doppiaggio.
Il documentario ha soprattutto il merito, grazie ad rapporto di amicizia personale di Corallo con Gassman, diventata con il tempo fiducia, di aver potuto fruire di materiali inediti di tutta la sua famiglia allargata. Una famiglia nei cui confronti, a causa di un lavoro e di una vita che lo portavano spesso in giro per il mondo, è stato all’inizio un padre piuttosto distratto: ma a cui è stato sempre molto legato. “Un padre grandissimo, un uomo affabile che voleva far felici gli altri cui tutti volevano bene” come nel documentario affermano a più riprese tutti e quattro i figli : Paola, Vittoria, Alessandro e Jacopo avuti da compagne diverse, considerando un figlio a tutti gli effetti anche Emanuele Salce, figlio della sua ultima moglie Diletta D’Andrea.
Corallo, procede «…con ammirazione estrema, ma in punta di piedi » cercando di testimoniare la grandezza dell’attore, ma anche di rispettare quella grande fragilità che ne stava dietro, che lo ha condotto poi negli ultimi anni ad episodi di terribili depressioni che non hanno però mai offuscato la sua memoria prodigiosa.
A Corallo il merito ed il plauso di averci regalato un documentario delicato e profondo che ha saputo raccontare la storia di Gassman in forma poliedrica, descrivendo sia l'attore sia l’uomo, con una dolcezza speciale che ne esalta lo stile umano e professionale.
RASSEGNA STAMPA
Foto di Andrea Cabiale