Alto, smilzo, capelli lunghi, un jeans e una felpa macchiati di vernice: un relatore insolito per il pubblico della Dante di Monaco.
La poesia di strada nasce con l’intento di riportare i suoi versi proprio nelle strade, per uscire dalle aule, dai corsi universitari, dalle biblioteche e dalle pagine stampate. Per la necessità e l’urgenza di riportare la poesia tra la gente. Ivan Tresoldi, in arte Ivan il poeta, è un artista di strada che con le sue “scaglie”, brevi componimenti poetici, dal 2003 dipinge le vie di Milano e non solo, con l’obiettivo di rompere il confine elitario della poesia rendendola fruibile alla gente comune. Frasi come “Chi getta semi al vento farà fiorire il cielo”, comparsa sul muro della darsena di Milano, "Sarà solo sognare che ci terrà svegli", comparsa a Rho, "Il poeta sei tu che leggi", tra le vie di Roma, e "Ci son vite che cápitano e vite da capitáno", a Genova, hanno ben caratterizzato negli anni il suo personaggio.
Poeta di strada, ma che ha frequentato le aule universitarie, cita Durkheim e Hegel e con un linguaggio colorito riassume in poche battute la storia del ‘900. Pochi minuti ed il pubblico è nelle sue mani, anche i più scettici. Girando il mondo portando con sé le sue poesie, ha riempito gli occhi di tanti passanti frettolosi, di cittadini distratti e di turisti stanchi, facendole diventare parte di quelle città, enormi promemoria visivi per ricordarsi di avere gambe per camminare, una testa per pensare ed un cuore per amare.
A sentire Ivan escono fuori pagine su pagine di racconti, idee e frasi da appuntare. In questi momenti di emergenza la poesia è fondamentale. La capacità di emozionarsi con le sue frasi ed emozionare è una dimensione fondamentale della vita, questo è l’insegnamento che ci lascia: “La poesia è trovare una parola dove il silenzio metterebbe un punto”.
RASSEGNA STAMPA
Foto WSM/Alberto Colman