Venerdì 30 novembre 2018 al Théâtre des Variétés, alla presenza di S.E. l’Ambasciatore d’Italia nel Principato di Monaco Cristiano Gallo, nel quadro delle manifestazioni legate alla III Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, la Dante Monaco in collaborazione con le associazioni Anfossi e Valore Aggiunto di Genova, ha messo in scena una serata in onore di Gioacchino Rossini, di cui si ricordano quest’anno i 150anni dalla morte.
“Mangiare e amare, cantare e digerire: questi sono in verità i quattro atti di questa opera buffa che si chiama vita e che svanisce come la schiuma d’una bottiglia di champagne. Chi la lascia fuggire senza averne goduto è un pazzo.” Gioachino Rossini, noto per le numerose opere liriche che lo hanno reso celebre, fu un grande personaggio anche a livello culinario.
Quello di Rossini era un palato non solo goloso, ma anche pronto agli abbinamenti più calorici e fantasiosi. Insaziabile, raffinato in fatto di vini e di formaggi, la sua vita traboccava di tartufi, olive, fois gras, burro, carni, uova, stufati, zamponi e rognoni.
Il critico musicale Roberto Iovino, già direttore del Conservatorio “N. Paganini” di Genova, ci ha accompagnati nello spettacolo Rossini ‘Le Bon Vivant’ in un viaggio in cui, grazie alla poliedrica personalità dell’artista, musica e cucina s’incontrano in una danza frenetica e giocosa, attraverso una serie interminabile di aneddoti, lettere, ricette e pagine musicali. Pescando qua e là fra le numerose lettere del compositore, notoriamente dotato di una singolare vena ironica, si legge: “Dopo il non far nulla io non conosco occupazione per me più deliziosa del mangiare, mangiare come si deve, intendiamoci. L’appetito è per lo stomaco ciò che l’amore è per il cuore.”
Dario Bonuccelli al pianoforte e il soprano Mirella Di Vita, hanno stupito il pubblico con composizioni rossiniane particolarmente originali, emblema del lato scanzonato di Rossini. Un ricco buffet rossiniano, sette le sue ricette – come le note – dai Tournedos alla Torta Guglielmo Tell (personaggio che ispirò anche una sua celebre opera), realizzato grazie all’estro dello chef Paola Chiolini di Vallecrosia, è stato offerto al pubblico come degna conclusione di un evento eccezionale, che ha esaltato tutti i sensi.
RASSEGNA STAMPA
Foto di Andrea Cabiale